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Preghiera Intercessione Cristiana da un Nato di Nuovo

Gesù e Paolo esemplari nella Preghiera

Gesù e Paolo uomini di Preghiera

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Carissimi
vorrei manifestarvi due esempi inimitabili di uomini di Preghiera:
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Gesù pur essendo Dio la Parola rivelata era anche nella sua incarnazione un uomo costante e fervente nella Preghiera rivolta al Padre come vediamo in questi versetti della Buona Novella :
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Luca 3:21

Battesimo di Gesù Cristo
=(Mt 3:13-17; Mr 1:9-11) Gv 1:32-34
Ora, mentre tutto il popolo si faceva battezzare, anche Gesù fu battezzato; e, mentre pregava, si aprì il cielo,
Luca 5:16

Ma egli si ritirava nei luoghi deserti e pregava.
Luca 6:12

Gesù sceglie i dodici apostoli
=Mr 3:13-19 (Mt 10:1-15; At 1:13)
In quei giorni egli andò sul monte a pregare, e passò la notte pregando Dio.
Luca 9:18

Pietro riconosce in Gesù il Cristo
=(Mt 16:13-21; Mr 8:27-31) Gv 6:67-71
Mentre egli stava pregando in disparte, i discepoli erano con lui; ed egli domandò loro: «Chi dice la gente che io sia?»
Luca 9:29

Mentre pregava, l’aspetto del suo volto fu mutato e la sua veste divenne di un candore sfolgorante.
Luca 11:1

Istruzioni di Gesù sulla preghiera
=Mt 6:9-13
Gesù era stato in disparte a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Luca 22:32

ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».
Luca 22:42

«Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Però non la mia volontà, ma la tua sia fatta».
Luca 23:34

[Gesù diceva: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno».] Poi divisero le sue vesti, tirandole a sorte.
Luca 23:46

Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio». Detto questo, spirò.
1Pietro 2:21

Infatti a questo siete stati chiamati, poiché anche Cristo ha sofferto per voi, lasciandovi un esempio, perché seguiate le sue orme.
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Anche Paolo il suo apostolo seguì l’esempio del suo Signore
e nelle sue epistole ne vediamo sia la testimonianza della sua manifestazione che l’invito di praticarla ai credenti a cui erano rivolte :
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Efesini 1:16-23

16 non smetto mai di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere, 17 affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione perché possiate conoscerlo pienamente; 18 egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi, 19 e qual è verso di noi, che crediamo, l’immensità della sua potenza. 20 Questa potente efficacia della sua forza egli l’ha mostrata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nel cielo, 21 al di sopra di ogni principato, autorità, potenza, signoria e di ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello futuro. 22 Ogni cosa egli ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla chiesa, 23 che è il corpo di lui, il compimento di colui che porta a compimento ogni cosa in tutti.
Efesini 3:14-19

La preghiera di Paolo per gli Efesini
(Cl 2:1-3, 9-10; 2P 3:18)(Gd 24-25; Ap 1:6)
14 Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, 15 dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, 16 affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell’uomo interiore, 17 e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell’amore, 18 siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo 19 e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.
Filippesi 1:4

e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia
Colossesi 1:12

ringraziando con gioia il Padre che vi ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
1Tessalonicesi 1:2

Fede dei Tessalonicesi
Fl 1:3-6; Cl 1:3-8; 1Te 2:13-14
Noi ringraziamo sempre Dio per voi tutti, nominandovi nelle nostre preghiere,
1Tessalonicesi 5:25

Fratelli, pregate per noi.
Romani 15:30

Ora, fratelli, vi esorto, per il Signore nostro Gesù Cristo e per l’amore dello Spirito, a combattere con me nelle preghiere che rivolgete a Dio in mio favore,
2Corinzi 1:11

Cooperate anche voi con la preghiera, affinché per il beneficio che noi otterremo per mezzo della preghiera di molte persone, siano rese grazie da molti per noi.
Filippesi 1:19

so infatti che ciò tornerà a mia salvezza, mediante le vostre suppliche e l’assistenza dello Spirito di Gesù Cristo,
Colossesi 4:3

Pregate nello stesso tempo anche per noi, affinché Dio ci apra una porta per la parola, perché possiamo annunziare il mistero di Cristo, a motivo del quale mi trovo prigioniero,
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Carissimi quindi Cristo e Paolo devono essere per noi esempi da seguire in ogni momento e circostanza della nostra vita al fine di affidare sempre al nostro Signore la guida e l’intercessione confidando nella sua fedeltà e onnipotenza;quindi non lo dobbiamo fare solo quando siamo alla disperazione e davanti a disgrazie come il terremoto dell’Abruzzo (o come hanno fatto molti negli Usa dopo l’11 settembre 2001 e l’attentato alle torri gemelle) utilizzando la preghiera come ultima possibilità (molti dicono :non ci credo ma provare anche questo non costa niente) ma la Preghiera deve essere per noi la costante priorità a cui affidare con fede ogni attività e ogni persona come vediamo hanno fatto Gesù e Paolo,pensiamoci e poi pratichiamolo affidiando alla guida dello Spirito Santo questa manifestazione pratica del nostro rapporto personale con il nostro Signore e Salvatore Cristo Gesù.
Un fraterno abbraccio
Barnabè Roberto

aprile 17, 2009 Posted by | Personaggi Biblici Preghiere, PREGHIERA, Preghiere di Gesù | Lascia un commento

Padre Nostro (traduzione errata)

Padre Nostro (traduzione errata)

carissimi ho trovato in una rivista che ricevo a casa un articolo tratto dalla “Repubblica delle donne” che parla di un movimento cristiano alternativo i

“Jesus Freaks” http://www.jesusfreaks.ch/italien/ita-index.html che ha pubblicato una bibbia modificata ed adeguata alle esigenze dei giovani anticonformisti la “Volxbible””Bibbia del Popolo” http://wiki.volxbibel.com/index.php/Hauptseite 

che ha arbitariamente cambiato delle parabole evangeliche o delle storie bibliche attualizzandole e usando un linguaggio inadeguato alla rivelazione divina ;tutto ciò assolutamente non la condivido perchè altera la Verità Biblica e la Manifestazione della volontà di Dio che è assolutamente adeguata nei testi originali alla comprensione attuale da parte di tutti, dato anche che i peccati sono sempre gli stessi ora di quelli presenti alla stesura del testo ispirato da parte degli autori.Ora vi presento (da pagina articolo scannerrizzata) da questa cosidetta Bibbia la versione del Padre Nostro che qui vediamo dimostra la sua assurdità,volgarità e inutilità alla sua esistenza di verità falsificata,esaminatela e ditemi cosa ne pensate Barnabè Roberto:

padre-nostro-voxbible

novembre 21, 2008 Posted by | Passi Bibbia sulla Preghiera, PREGHIERA, Preghiere di Gesù | Lascia un commento

PREGHIERA MODELLO “PADRE NOSTRO”

modello di PREGHIERA “PADRE NOSTRO”- lasciatoci da Cristo (la consapevole base del nostro rapporto personale con lui da non recitare meccanicamente a memoria) MATTEO 6:9/13-in diverse lingue e versioni    :pater-ebr.gif

http://www.laparola.net

Matteo 6:9-13 (Nuova Riveduta)

9 Voi dunque pregate così:
“Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; 10 venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra come è fatta in cielo. 11 Dacci oggi il nostro pane quotidiano; 12 rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori; 13 e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno. [Perché a te appartengono il regno, la potenza e la gloria in eterno, amen.]”

  Matteo 6:9-13 (C.E.I.,Gerusalemme)

9 Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome;
10 venga il tuo regno;
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
11 Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
12 e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
13 e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
 

Matteo 6:9-13 (Nuova Diodati)

9 Voi dunque pregate in questa maniera: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. 10 Venga il tuo regno. Sia fatta la tua volontà in terra come in cielo. 11 Dacci oggi il nostro pane necessario. 12 E perdonaci i nostri debiti, come anche noi perdoniamo ai nostri debitori. 13 E non esporci alla tentazione, ma liberaci dal maligno, perché tuo è il regno e la potenza e la gloria in eterno. Amen”.

Matteo 6:9-13 (Luzzi-Riveduta)

9 Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; 10 venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra com’è fatta nel cielo. 11 Dacci oggi il nostro pane cotidiano; 12 e rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori; 13 e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno.

Matteo 6:9-13 (Diodati)

9 Voi adunque orate in questa maniera: PADRE NOSTRO che sei ne’ cieli, sia santificato il tuo nome. 10 Il tuo regno venga. La tua volontà sia fatta in terra come in cielo. 11 Dacci oggi il nostro pane cotidiano. 12 E rimettici i nostri debiti, come noi ancora li rimettiamo a’ nostri debitori. 13 E non indurci in tentazione, ma liberaci dal maligno; perciocchè tuo è il regno, e la potenza, e la gloria, in sempiterno. Amen.

La preghiera modello Matteo 6:9-139. Voi dunque pregate così:Alla proibizione che precede, il nostro Signore aggiunge un esempio di preghiera breve, semplice, e che esprime in succinto tutti i nostri bisogni, collo scopo di preservare per sempre i suoi seguaci dalle vane ripetizioni dei pagani. Essa è comunemente chiamata «l’Orazione Domenicale», ossia la Preghiera del Signore, perché Cristo ne fu l’autore. Essa doveva servirci di guida, e di modello nelle nostre orazioni. Infatti Gesù c’indica in essa piuttosto le cose che dobbiamo chiedere, che le parole che dobbiamo pronunziare. In Luca 11:1, ecc., leggiamo che il Signore insegnò questa preghiera ai suoi discepoli, in risposta alla loro domanda: «Signore, insegnaci ad orare». Perciò alcuni hanno supposto che Matteo l’abbia copiata da Luca, per completare i pensieri espressi nei versetti precedenti, e che il Signore non l’abbia in realtà pronunziata nel suo Sermone in sul monte. A noi pare invece naturalissimo che il Signore, dopo aver insegnato come non si debba pregare, insegni subito dopo come convenga farlo. E d’altra parte non è punto improbabile che, rispondendo ai discepoli, i quali gli avevan domandato d’insegnar loro a pregare, egli abbia dato loro, una seconda volta, in Luca 11:1-4, il modello di preghiera contenuto nei versetti che commentiamo. Le varianti che rinvengonsi, confrontando questa preghiera, qual essa è data qui col capo 11 di Luca, tolgono affatto di mezzo la supposizione ch’essa fosse dettata dal nostro Signore come una forma per uso liturgico; o che come tale fosse usata nel tempo in cui furono scritti gli Evangeli. Tholuck osserva che «essa non, è mentovata nei nel Atti degli Apostoli, né in alcuno scrittore anteriore al secolo terzo». Ma mentre è Vero che il nostro Signore non l’impone e che i cristiani non sono tenuti ad usarla con, rituale in ciascuna occasione, è cosa assai strana che altri abbia potuto dubitare se fosse adatta alla Chiesa cristiana, e se fosse lecito di usarla! Le precise parole, colle quali ella incomincia la seconda volta, in Luca 11:2, e le variazioni che essa contiene distruggono ogni dubbio: «Quando pregate dite: Padre nostro, ecc. ». Ciò nondimeno dobbiamo guardarci dal farne uso in modo superstizioso. Quando l’uso superstizioso abbia incominciato a manifestarsi negli uffizi della Chiesa, e fin dove sia giunto in seguito, ognuno che sia versato nella storia ecclesiastica lo sa bene.Secondo i Padri latini e la Chiesa luterana, le domande della preghiera del Signore sono in numero di sette; secondo i Padri greci, la Chiesa riformata ed i Teologi di Westminster, solamente di sei; le due ultime essendo considerate come una sola. Quest’ultima opinione pare preferibile. Le prime tre domande si riferiscono esclusivamente a Dio: «sia santificato il tuo nome, il tuo regno venga, la tua volontà sia fatta». Ed esse seguono un ordine discendente, principiando da Lui medesimo il nome sta per l’essenza e per gli attributi divini, sino alla sua manifestazione nel suo regno; e dal suo regno, alla intiera sottomissione dei suoi sudditi, ossia al completo adempimento della sua volontà. Le altre tre domande si riferiscono a noi medesimi: «Dacci il nostro pane; rimettici i nostri debiti; e non indurci in tentazione, ma liberaci dal maligno». Queste ultime domande, all’opposto delle prime, vengono in un ordine ascendente, dai bisogni giornalieri della vita, fino alla liberazione finale da ogni male.InvocazionePadre nostro che sei nei cieli,In questa invocazione entrano in pari tempo le idee della prossimità e della distanza. Padre nostro esprime parentela con Dio non solamente come nostro Creatore, Conservatore, Governatore e Benefattore, ma come nostro Padre, secondo il patto di Cristo. Le parole nei cieli esprimono incommensurabile distanza tra noi e quell’Ente glorioso, che permette ai credenti di chiamarlo Padre; e sono atte ad innalzare gli animi nostri al cielo, ove egli dimora. «Questa è una protesta», dice Agostino, «contro le idee panteistiche, e contro tutti i sistemi filosofici! sull’identità del nostro spirito collo spirito di Dio». Noi non possiamo pregare di cuore, finché non abbiamo il sentimento della nostra adozione nella famiglia di Dio, per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, L’invocazione di Dio, come Padre, era quasi sconosciuta sotto l’antica alleanza. Si dava, è verso, di quando in quando, quel nome a Dio, per ricordare ai figliuoli la loro ribellione Isaia 1:2,4, Malachia 1:6, o per consolare gli orfani e gli afflitti Isaia 43:6; ma il significato di esso non era ancora pienamente rivelato, e doveva esserlo soltanto alla venuta di Colui, per mezzo del quale «abbiamo ricevuto l’adozione dei figli». I santi dell’Antico Testamento potevano solamente dire «Signore», ma in Cristo, noi possiamo dire «Abba, Padre». Si osservi inoltre che Gesù Cristo, adoprando le parole «Nostro Padre», c’insegna che non dobbiamo dimenticare i nostri fratelli nelle nostre preghiere.Prima domanda

Sia santificatocioè sia considerato come santo, riverito e glorificato da tutte le tue creature ragionevoli.

il tuo nome.Primieramente, nome è da prendersi nel proprio senso come un titolo o appellativo, con speciale allusione al nome Iehova, con cui Dio era distinto da tutti i falsi dèi, e descritto non solamente come un Ente eterno, e che esiste di per se che è il senso del nome; ma anche come il Dio che aveva stabilito la sua alleanza con Israele, il Dio della rivelazione, e il Dio della grazia, o, nel linguaggio del N. T.: «il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo» 2Corinzi 11:31. Ma il nome di Dio indica pure, nella Scrittura, i suoi attributi, ordini, parole ed opere. Tale è il significato che esso ha in questo passo: in modo che in questa prima domanda si chiede che Iddio sia adorato da tutti gli uomini, e glorificato, da tutte le sue creature.PASSI PARALLELILuca 11:1-2

Luca 15:18,21; Giovanni 20:17; Romani 1:7; 8:15; Galati 1:1; 4:6; 1Pietro 1:17

Matteo 23:9; 2Cronache 20:6; Salmo 115:3; Isaia 57:15; 66:1

Levitico 10:3; 2Samuele 7:26; 1Re 8:43; 1Cronache 17:24; Nehemia 9:5; Salmo 72:18; 111:9

Isaia 6:3; 37:20; Ezechiele 36:23; 38:23; Habacuc 2:14; Zaccaria 14:9; Malachia 1:11

Luca 2:14; 11:2; 1Timoteo 6:16; Apocalisse 4:11; 5:12

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Seconda domanda10. Venga il tuo regno.Il regno di Dio è quel regno morale o spirituale che l’Iddio di grazia innalza sopra le rovine della caduta, per mezzo del suo unigenito e diletto Figliuolo, che n’è il glorioso capo, governatore e re. I redenti che hanno ascoltato l’appello del suo Spirito sono i suoi sudditi. Questo regno ora preordinato prima che fosse creato il mondo: le sue fondamenta furono stabilite sulla promessa fatta ai nostri primi padri: «La progenie della donna schiaccerà il capo del serpente» Genesi 3:15, e quel regno già annoverava fra i suoi sudditi i patriarchi, i profeti ed i santi dell’Antico Testamento; i quali, o colla fede di Abrahamo «videro il giorno di Cristo e se ne rallegrarono», o pieni di speranza «aspettarono la redenzione in Gerusalemme». Un tal regno fu quindi manifestato più chiaramente agli uomini dalla venuta di Gesù Cristo. Questa domanda si riferisce primieramente alla sua potente manifestazione, per mezzo dell’effusione dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste; ma è un errore il supporre che fosse limitata a questo solo oggetto. Essa è una preghiera perché quel regno si avanzi, e proceda, e prosperi, finché non abbia abbracciato tutti i popoli, regioni e linguaggi della terra, ed abbia assunto, alla seconda venuta di Cristo, la finale ed immutabile forma gloriosa. Pronunziando le parole: «il tuo regno venga», chiediamo tre cose:1 La distruzione del regno usurpato da Satana sulla terra, e la cessazione della superstizione, dell’idolatria, dell’eresia, dello scisma, e d’ogni cosa che si oppone al progresso del vero e spirituale culto di Dio.

2 L’avanzamento del regno di Cristo, mediante la predicazione dell’Evangelo, finché «il regno del mondo sia venuto ad essere del Signor nostro, e del suo Cristo» Apocalisse 11:15.

3 L’affrettamento del regno di gloria, che deve durare per tutta l’eternità. Ella è dunque una preghiera per tutti i tempi e finché rimarrà anche un solo suddito di Cristo da introdurre per il suo regno, noi non dobbiamo cessare dal pregare: «Il tuo regno venga».

Terza domandaSia fatta la tua volontà anche in terra com’è fatta nel cielo.Non si domanda semplicemente, con queste parole che la volontà di Dio sia fatta nel cielo ed anche sulla terra; ma che lo zelo, la buona volontà, la gioia colla quale quella volontà è fatta in cielo, possa divenire modello ed esempio agli uomini per il suo adempimento sulla terra. Le nozioni che ci dà la Scrittura, intorno alla relazione che passa fra gli eserciti celesti e Dio ci descrivono gli angeli intenti al suo servizio, devoti al suo volere adempiendolo allegramente, costantemente e perfettamente Salmo 103:20-21; Ebrei 1:14. Così dobbiamo fare noi sulla terra, Questa domanda non esige che in, nostra volontà sia assorbita in quella di Dio, ma che essa le sia intieramente subordinata e conforme per mezzo del potere vivificante dello Spirito Santo. Questa bella domanda esprime lo spontaneo ed irresistibile desiderio dell’anima rinnovata di vedere il mondo intiero conformarsi pienamente, al volere di Dio. Né mancano nell’Antico Testamento preghiere che molto rassomigliano a questa Salmo 67:1-7;62:19, ecc. PASSI PARALLELIMatteo 3:2; 4:17; 16:28; Salmo 2:6; Isaia 2:2; Geremia 23:5; Daniele 2:44; 7:13,27Zaccaria 9:9; Marco 11:10; Luca 19:11,38; Colossesi 1:13; Apocalisse 11:15; 12:10; 19:6

Matteo 7:21; 12:50; 26:42; Salmo 40:8; Marco 3:35; Giovanni 4:34; 6:40; 7:17

Atti 13:22; 21:14; 22:14; Romani 12:2; Efesini 6:6; Colossesi 1:9; 1Tessalonicesi 4:3; 5:18

Ebrei 10:7,36; 13:21; 1Pietro 2:15; 4:2

Nehemia 9:6; Salmo 103:19-21; Daniele 4:35; Ebrei 1:14

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Quarta domanda11. Dacci oggi il nostro pane cotidiano. Siccome dipendiamo da Dio per la vita e per quanto è necessario a sostenerla, noi dobbiamo domandargli che Egli continui a darci quei beni, e con questo cotidiano riconoscimento della nostra dipendenza da lui, noi lo glorifichiamo. Il vocabolo composto cotidiano, non si trova altrove negli scrittori greci, sia classici sia sacri, e così dove essere interpretato secondo il senso delle parti che lo compongono. Fra le molte interpretazioni che furono date di esso, ve ne sono due soltanto che meritino menzione, ambedue molto antiche e basate sulla sua etimologia. L’una fa, derivare il Vocabolo dal participio fem. veniente, avvicinantesi, e lo considera come una espressione ellittica per dire il giorno veniente o susseguente. Si può obiettare a questa interpretazione l’apparente incongruità di domandare oggi il pane di domani, e la sua positiva contraddizione coll’ingiunzione contenuta nel vers. 34 Matteo 6:34. L’altra spiegazione fa derivare il vocabolo dalla preposizione e da un nome denotante l’essenza o sostanza, e gli attribuisce il senso di necessario per il nostro sostentamento. Questa interpretazione è eccellente regge col contesto, e la parola significa veramente sostanza. Confr. Luca 15:12-13. Questa domanda si deve dunque intendere dell’alimento necessario a sostenere la nostra vita Giacomo 2:16; e Gesù ci insegna a pregare Iddio, nella sua bontà infinita, di concedercelo ogni giorno. La Volgata elude la difficoltà, traducendo letteralmente dal greco le parole panem supersubstantialem, senza definirne il senso. Resta ora da decidere se si tratti di sovvenire ai bisogni spirituali o materiali. I commentatori presto si mostrarono inclinati a considerare questa preghiera come relativa al nutrimento spirituale; e furono seguiti da molti interpreti autorevoli, sino ai nostri tempi. Ma questo senso non è naturale, e toglie al cristiano uno dei suoi più dolci privilegi, cioè quello di potersi rimettere intieramente con questa domanda, nelle mani del suo Padre celeste, per la soddisfazione dei suoi bisogni materiali. Non c’è dubbio che l’uomo spirituale, chiedendo «il cibo che perisce», s’innalzerà col pensiero a «quello che dimora in vita eterna» Giovanni 6:27; ma ci basti che la domanda per il corpo ne suggerisca una per l’anima, e non ci lascia indurre, da uno spiritualismo morboso, a privarci di questa unica domanda per i bisogni di questa vita. Limitando per altro la domanda al cibo di cui abbiamo bisogno per oggi, quale sottomissione, qual fiducia infantile richiede e produce in noi il Signore! Cristo c’insegna, inoltre, con questa domanda, a pregare in comune giorno per giorno; e fa allusione al culto di famiglia, nel quale il padre domanda giornalmente quei beni che sono necessari a lui ed ai suoi. PASSI PARALLELIMatteo 4:4; Esodo 16:16-35; Giobbe 23:12; Salmo 33:18-19; 34:10; Proverbi 30:8Isaia 33:16; Luca 11:3; Giovanni 6:31-59; 2Tessalonicesi 3:12; 1Timoteo 6:8

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Quinta domanda12. E rimettici i nostri debiti,Questa domanda è relativa al maggiore e più urgente dei nostri bisogni, cioè al perdono dei peccati. In Luca 11:4, il vocabolo adoprato in questa domanda, significa propriamente peccati, e il termine debiti, usato qui, ha in realtà il medesimo significato; solamente esso ci presenta il peccato sotto l’aspetto importantissimo d’un debito verso Dio, di una offesa alla sua sovranità. Come il debitore è nelle mani del creditore, così il peccatore è nelle mani di Dio. Non domandiamo in questa preghiera a Dio ch’egli ci liberi dalla corruzione dei nostri cuori, dal doloroso sentimento della sua ira, e dal dubbio relativamente al suo amore le sole cose secondo taluni, di cui ci dobbiamo curare; ma lo supplichiamo di dimenticare le offese che gli abbiamo recate coi nostri peccati e di cancellare dal suo libro i nostri debiti. come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori.Non ci facciamo illusione sul senso di queste parole. Non il perdono che concediamo ad altri ci salva, bensì il sangue prezioso di Cristo: e noi non abbiamo in noi stessi alcuna virtù che possa cancellare il nostro debito verso Iddio. Ma chi serba rancore, o non è disposto a concedere il perdono ai suoi simili, prova in tal modo, che egli non ne ha veramente sentito il bisogno per se stesso, ed in tal caso, chiedendo perdono a Dio, lo schernisce. nessun’uomo che rifletta, s’immaginerà d’avere ottenuto perdono dal Signore, se, per abitudine e deliberatamente, egli lo ricusa al suo prossimo. Non possiamo adunque domandare con fede il perdono dei nostri peccati, e l’ammissione nel regno di Dio, se non siamo disposti a perdonare ai nostri simili le loro offese, e se non possiamo dichiarare davanti a Colui che investiga i cuori, che lo facciamo sinceramente. Questa domanda si riferisce al perdono giornaliero, come la precedente si riferisce al pane cotidiano. Agostino se ne serve per combattere gli orgogliosi Pelagiani, i quali protendevano d’essere assolutamente senza peccato. La stessa lezione si potrebbe dare a coloro che si figurano che il credente, perdonato in una sola volta, per l’efficacia del sangue espiatorio di Cristo, non abbia più bisogno di domandare il perdono dei suoi peccati cotidiani, poiché egli non può più peccare Vedi 1Giovanni 2:1. Essi pretendono che questa preghiera fosse destinata unicamente ai Giudei ed agli increduli benché Gesù l’abbia insegnata ai suoi discepoli; dicono che i fedeli non possono assolutamente servirsene; e così dimostrano un orgoglio spirituale eccessivo, ed un’ignoranza incredibile della corruzione dei loro propri cuori e dell’evidente scopo di Cristo, che volle lasciare un modello di preghiera al fedeli di tutti i tempi. Siccome dobbiamo ogni giorno ricorrere a Cristo, che è la nostra «santificazione», così dobbiamo giornalmente andare a lui, poiché egli è la nostra «redenzione», onde essere rivestiti col manto della sua giustizia, poiché le Scritture asseriscono che «tutti falliamo in molte cose», e non glorifichiamo perfettamente Iddio. Ora, il non glorificare Iddio perfettamente è un peccato, del quale i più santi devono ogni giorno confessarsi colpevoli. Più un uomo è santificato dallo Spirito di Dio, più egli sente il bisogno di confessare ogni giorno i suoi peccati, e di domandargli perdono. Questa preghiera fu evidentemente dettata per il credenti, poiché le parole: «come noi ancora li rimettiamo ai nostri debitori». esprimono una disposizione dell’anima, non naturale all’uomo caduto, ma operata dalla grazia.PASSI PARALLELIEsodo 34:7; 1Re 8:30,34,39,50; Salmo 32:1; 130:4; Isaia 1:18; Daniele 9:19

Mt18:21-27,34; Luca 7:40-48; 11:4

Matteo 6:14-15; 18:21-22,28-35; Nehemia 5:12-13; Marco 11:25-26; Luca 6:37; 17:3-5

Efesini 4:32; Colossesi 3:13

13

Sesta domanda13. E non ci esporre alla tentazione,

Questa domanda segue naturalmente quella che precede; infatti il cristiano perdonato, sa che la lotta col male non è finita, e conscio della propria debolezza sente profondamente il bisogno di essere liberato dalla tentazione. Sebbene da molti si voglia vedere nelle parole dei vers. 13 due domande diverse, è facile riconoscervi il medesimo soggetto, presentato sotto forma di antitesi, di cui la seconda parte è necessaria per completare e spiegare la prima.

2. prova, tentazione. In origine significa prova, e specialmente prova morale, che serve a manifestare il carattere dell’uomo, mettendolo in una posizione tale, che egli sia costretto di scegliere fra il Peccato e l’ubbidienza a Dio. Ma la parola è anche adoperata nel senso più energico di tentazione, di diretta sollecitazione al peccato. In questo senso è scritto Giacomo 1:13, che «Dio non tenta alcuno», non induce in tentazione; ma nell’altro senso, è positivo che Iddio mette apposita, mente quelli che gli appartengono – come mise il nostro Signore Gesù Cristo, stesso, – in circostanze atte a provare la loro fede. Nella prima parte di questa domanda crediamo che il fedele chiegga di non essere messo in una posizione in cui egli possa essere adescato e attirato dalla sua propria volontà e per opera di Satana in tentazione, e le parole non introdurci, confortano questa interpretazione, la quale indica un soggetto di preghiera perfettamente definito, e necessario sopra tutti gli altri. Era precisamente questa la preghiera che Pietro avrebbe dovuto fare, ma che egli trascurò, quando arbitrariamente, e ad onta di molte difficoltà, entrò nel palazzo del sommo sacerdote, e fu tratto nella voragine della tentazione, in modo che rinnegò il suo Signore Vedi Matteo 26:58,69-75; ed i PASSI PARALLELI. Il peccato di molti sta nel non temere le tentazioni, e nell’affrontarle senza necessità. Se pregassero, come ci ha insegnato Cristo Matteo 26:41, non cadrebbero tanto facilmente nel peccato. I giovani specialmente vi sono esposti; i divertimenti, i compagni vani o leggeri li circondano. Credendosi forti, essi disprezzano il pericolo, si gettano nelle tentazioni, e si lasciano adescare dalle attrattive del mondo. L’unica regola sicura è quella di temere ogni sorte di tentazione, di pregare Iddio di liberarcene, e di rinunziare a quei compagni, a quei divertimenti, o a qualunque altra cosa che sappiamo essere un laccio teso all’anima nostra.

ma liberaci dal maligno;in greco può essere maschile il maligno o neutro il male. Satana è il grande tentatore, il nemico che mira alla rovina del credente 2Corinzi 11:3; Efesini 6:11-12. In Matteo 13:19 è lui, il maligno, che porta via dal cuore la buona semenza. Chiedendo d’essere liberati da lui, chiediamo implicitamente d’esser liberati dal male nel quale egli ci vuol far cadere per perderci. poiché a te appartengono il regno, la potenza, e la gloria, in sempiterno.in questa dossologia viene indicata la ragione per cui noi domandiamo queste cose a Dio, cioè, che a lui appartengono il regno, vale a dire l’attuale dominio e l’assoluta signoria su tutte le cose; la potenza, cioè il potere di rispondere a queste domande, e d’accordare le grazie e le benedizioni richieste; la gloria, non solo quella inerente alla sua essenza, ma anche quella proclamata nel cuore e nella vita dei fedeli riconoscenti. Amen. Questa parola è derivata dal verbo ebraico aman essere fermo, sicuro, fedele; significa: così sia veramente; ed è aggiunta alla fine, per esprimere il vivo desiderio che la preghiera sia esaudita. La parola amen, benché spesso pronunziata leggermente, è propriamente una formula solenne di preghiera indirizzata a Dio, il quale solo può rendere certa una cosa.La dossologia posta tra uncini manca nei più antichi manoscritti ed è ritenuta non autentica dai critici ed esclusa dalle versioni moderne. L’uso di essa nel culto è però molto antico, giacché la si trova di già nella Didachè, sul principio del secondo secolo. Essa è dovuta all’uso ebraico di chiudere le preghiere con una dossologia.


Matteo 6:9-13

9 Lu 11:1,2
Mat 6:1,6,14; 5:16,48; 7:11; 10:29; 26:29,42; Is 63:16; 64:8; Lu 15:18,21; Giov 20:17; Rom 1:7; 8:15; Ga 1:1; 4:6; 1P 1:17
Mat 23:9; 2Cron 20:6; Sal 115:3; Is 57:15; 66:1
Le 10:3; 2Sa 7:26; 1Re 8:43; 1Cron 17:24; Ne 9:5; Sal 72:18; 111:9; Is 6:3; 37:20; Ez 36:23; 38:23; Abac 2:14; Zac 14:9; Mal 1:11; Lu 2:14; 11:2; 1Ti 6:16; Ap 4:11; 5:12

10 Mat 3:2; 4:17; 16:28; Sal 2:6; Is 2:2; Ger 23:5; Dan 2:44; 7:13,27; Zac 9:9; Mar 11:10; Lu 19:11,38; Col 1:13; Ap 11:15; 12:10; 19:6; 20:4
Mat 7:21; 12:50; 26:42; Sal 40:8; Mar 3:35; Giov 4:34; 6:40; 7:17; At 13:22; 21:14; 22:14; Rom 12:2; Ef 6:6; Col 1:9; 1Te 4:3; 5:18; Eb 10:7,36; 13:21; 1P 2:15; 4:2
Ne 9:6; Sal 103:19-21; Dan 4:35; Eb 1:14

11 Mat 4:4; Eso 16:16-35; Giob 23:12; Sal 33:18,19; 34:10; Prov 30:8; Is 33:16; Lu 11:3; Giov 6:31-59; 2Te 3:12; 1Ti 6:8

12 Eso 34:7; 1Re 8:30,34,39,50; Sal 32:1; 130:4; Is 1:18; Dan 9:19; At 13:38; Ef 1:7; 1G 1:7-9
Mat 18:21-27,34; Lu 7:40-48; 11:4
Mat 6:14,15; 18:21,22,28-35; Ne 5:12,13; Mar 11:25,26; Lu 6:37; 17:3-5; Ef 4:32; Col 3:13

13 Mat 26:41; Ge 22:1; De 8:2,16; Prov 30:8; Lu 22:31-46; 1Co 10:13; 2Co 12:7-9; Eb 11:36; 1P 5:8; 2P 2:9; Ap 2:10; 3:10
1Cron 4:10; Sal 121:7,8; Ger 15:21; Giov 17:15; Ga 1:4; 1Te 1:10; 2Ti 4:17,18; Eb 2:14,15; 1G 3:8; 5:18,19; Ap 7:14-17; 21:4
Mat 6:10; Eso 15:18; 1Cron 29:11; Sal 10:16; 47:2,7; 145:10-13; Dan 4:25,34,35; 7:18; 1Ti 1:17; 6:15-17; Ap 5:13; 19:1
Mat 28:20; Nu 5:22; De 27:15-26; 1Re 1:36; 1Cron 16:36; Sal 41:13; 72:19; 89:52; 106:48; Ger 28:6; 1Co 14:16; 2Co 1:20; Ap 1:18; 3:14; 19:4

Luca 11:1-4

Istruzioni di Gesù sulla preghiera
=Mt 6:9-13
1 Gesù era stato in disparte a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 2 Egli disse loro: «Quando pregate, dite:
“Padre, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; 3 dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano; 4 e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo a ogni nostro debitore; e non ci esporre alla tentazione”».


http://it.wikipedia.org/wiki/Padre_Nostro

Originale Greco (testo di Matteo)

Πάτερ ἡμῶν ὁ ἐν τοῖς οὐρανοῖς
ἁγιασθήτω τὸ ὄνομά σου·
ἐλθέτω ἡ βασιλεία σου·
γενηθήτω τὸ θέλημά σου,
ὡς ἐν οὐρανῷ καὶ ἐπὶ τῆς γῆς·
τὸν ἄρτον ἡμῶν τὸν ἐπιούσιον δὸς ἡμῖν σήμερον·
καὶ ἄφες ἡμῖν τὰ ὀφελήματα ἡμῶν,
ὡς καὶ ἡμεῖς ἀφίεμεν τοῖς ὀφειλέταις ἡμῶν·
καὶ μὴ εἰσενέγκῃς ἡμᾶς εἰς πειρασμόν,
ἀλλὰ ῥῦσαι ἡμᾶς ἀπὸ τοῦ πονηροῦ.
[Ὅτι σοῦ ἐστιν ἡ βασιλεία καὶ ἡ δύναμις καὶ ἡ δόξα εἰς τοὺς αἰῶνας·]
ἀμήν.

Traslitterazione:

Pater hēmōn, ho en tois ouranois
hagiasthētō to onoma sou;
elthetō hē basileia sou;
genethetō to thelēma sou,
hōs en ouranōi, kai epi tēs gēs;
ton arton hēmōn ton epiousion dos hēmin sēmeron;
kai aphes hēmin ta opheilēmata hēmōn,
hōs kai hēmeis aphiemen tois opheiletais hēmōn;
kai mē eisenenkēs hēmas eis peirasmon,
alla rhusai hēmas apo tou ponērou.
[Hoti sou estin hē basileia, kai hē dúnamis, kai hē doxa eis tous aiōnas;]
Amēn.

In Aramaico/Siriaco

ܐܰܒܽܘܢ ܕܒܰܫܡܰܝܳܐ
ܢܶܬܩܰܕܰܫ ܫܡܳܟ
ܬܺܐܬܶܐ ܡܰܠܟܽܘܬܳܟ
ܢܶܗܘܶܐ ܨܶܒܝܳܢܳܟ
ܐܰܝܟܰܢܳܐ ܕܒܰܫܡܰܝܳܐ ܐܳܦ ܒܐܰܪܥܳܐ
ܗܰܒ ܠܰܢ ܠܰܚܡܳܐ ܕܣܽܘܢܩܳܢܰܢ ܝܰܘܡܳܢܳܐ
ܘܰܫܒܽܘܩ ܠܰܢ ܚܰܘܒܰܝܢ ܘܰܚܬܳܗܰܝܢ
ܐܰܝܟܰܢܳܐ ܕܐܳܦ ܚܢܰܢ
ܫܒܰܩܢ ܠܚܰܝܳܒܰܝܢ
ܠܳܐ ܬܰܥܠܰܢ ܠܢܶܣܝܽܘܢܳܐ
ܐܶܠܳܐ ܦܰܨܳܐ ܠܰܢ ܡܶܢ ܒܺܝܫܳܐ
ܡܶܬܽܠ ܕܕܺܝܠܳܟܺ ܗܝ ܡܰܠܟܽܘܬܳܐ
ܚܰܝܠܳܐ ܘܬܶܫܒܽܘܚܬܳܐ
ܠܥܳܠܰܡ ܥܳܠܡܺܝܢ ܐܰܡܺܝܢ܀

Traduzione Latina (Vulgata)

Pater Noster qui es in caelis:
sanctificétur Nomen Tuum;
advéniat Regnum Tuum;
fiat volúntas Tua,
sicut in caelo, et in terra.
Panem nostrum
cotidiánum da nobis hódie;
et dimítte nobis débita nostra,
sicut et nos
dimittimus debitóribus nostris;
et ne nos indúcas in tentatiónem;
sed líbera nos a Malo.
Amen.

Traduzione Italiana (versione liturgica cattolica)

Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà
come in cielo così in terra.
Dacci oggi
il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo
ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen
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NOSTAR BABB(PADRE NOSTRO IN VERNACOLO ROMAGNOLO)-
babb ed tott che tsì in zil,che seia santifichè e tu nom,che vegna e tu regn ,
cla sia fat a la tu vuluntè tant in zil acsè in tera,das a nostar pan d totti i dè,
scanzela i nostar debit cume nò a fas cun i nostar debitur;no fes caschè in tentazion;
e tes luntan da tott i mel-AMEN
———————————————————————————————–
http://www.nostreradici.it/Pater-ebr-aram-grec-vulg.htm –
http://www.padrenostro.com/              –
 http://www.cucumis.org/progetto_14_p/p_sv_59_16.html –
www.aqz.it/padrenostro  –    www.quintocd.it/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=252 –   –

marzo 12, 2008 Posted by | Passi Bibbia sulla Preghiera, PREGHIERA, Preghiere di Gesù, Studi sulla Preghiera | , , , | Lascia un commento